08/11/17

Batman e i bei tempi passati



Sono passati parecchi anni ("addirittura?!?!"... essì, addirittura), ma la faccenda me la ricordo bene. Batman Arkham Asylum è stato uno dei primi giochi che ho comprato per la 360 e appartiene a pieno titolo a quel periodo di mia "innocenza" xboxara vissuta all'insegna del gioco-tanto-per-giocare, vale a dire senza smanie di completamento e con un'attenzione alquanto vaga agli obiettivi. 
Beh, insomma, mi ricordo ancora di questo obiettivo di fare "3 stelle" (sono 3 pipistrelli, in realtà) in tutte le Sfide di Combattimento, che vedevo come un qualcosa di superumano, una sorta di terrificante presa per i fondelli del comune mortale: l'ho bollato senza troppi ripensamenti come inottenibile e sono passato ad altri giochi, evitando addirittura di perdere tempo per fare se non altro almeno le  "2 stelle".
Mi ricordo un dettaglio in particolare, il fatto che "Super Cicciolo", uno dei giocatori con cui facevo comunella all'epoca (la mia prima comunella sul Live, che commozione!) fosse riuscito nell'impresa mi aveva colpito moltissimo: siccome lo conoscevo come giocatore capace ma "normale", non riuscivo veramente a capacitarmi di come avesse fatto (se non ricordo male lui nemmeno, a dirla tutta!) e per molto tempo nella mia testa SuperCicciolo è rimasto "quello che aveva fatto le 3 stelle a Batman".
In questi giorni ho finalmente tenuto fede alla promessa di tornare su questo gioco, forte del "recente" successo su Arkham Origins e.. rullo di tamburi, effettivamente sono riuscito a prendere tutte le 3 stelle! 
Non mi soffermo sulla soddisfazione personale, che ovviamente in casi come questi c'è sempre... spesso sono preso da boostate varie, ma soprattutto perchè sono vittima di obiettivi pensati male e/o sadicamente e non mi dimentico certo del diverso sapore che ha conquistare un obiettivo incentrato sull'abilità, e farlo con le proprie forze!
Ma a parte questo aspetto, mi ha colpito soprattutto toccare con mano come in questi anni sia cambiato il mio modo di giocare e di "vivere" il gioco.
Possiamo anche dire che da un certo punto di vista sono magari diventato più "forte": nel senso di più abitutato a certe meccaniche, più attento a certi particolari, più consapevole del fatto che "okkei è un gioco", ma in certi momenti serve davvero una concentrazione seria, molto seria, per riuscire.
Peraltro, se qualcuno volesse dire che questa maggior esperienza va considerata compensata e annullata dai riflessi appannati dagli anni che passano, non potrei dargli torto!
Credo però che la differenza sostanziale sia a livello di approccio. Mentre un tempo mi veniva facilissimo "arrendermi", adesso non è più tanto così. Sono arrivato alle console con l'idea radicata fin da giovanissimo che riuscire davvero nei videogiochi, addirittura completarli quando questo fosse stato possibile (nei giochi "da bar" con cui ho iniziato non era nemmeno previsto, il completamento!) fosse impresa a portata di pochi selezionatissimi - diciamolo pure - malati di mente, fenomeni da baraccone tipo quelli che ti fanno il Cubo di Rubik in 10 secondi. Non certo persone normali. Di conseguenza era perfettamente normale trovarsi bloccati in un certo gioco, ed altrettanto normale rinunciare.
Quando ho iniziato con la console, appunto la pensavo così.
Queste sfide su Batman mi hanno mostrato come sono cambiato in questi anni nel mio modo di giocare. Le stesse cose che un tempo mi facevano dire subito "seeeee ciao, buonanotte!", adesso le valuto con una mentalità più costruttiva, più disponibile a sforzarsi per lavorare sul problema, per così dire. Soprattutto, davvero soprattutto, mi rendo conto che oramai ritengo perfettamente accetabile quello che certi gochi (e/o certi obiettivi) richiedono in termini di allenamento, tentativi, dedizione. Non è tanto che in passato alcune cose le pensassi assolutamente impossibili, ma nella mia testa il concetto che se ci provi per 10 ore, o trecentoquaranta volte, o qualcosa del genere alla fine ce la fai... era totalmente fuori dal comprensibile ed equivaleva in tutto e per tutto all'essere impossibile. Oggi so che le cose funzionano in questo modo e sono in qualche modo molto più disponibile a questo tipo di "investimento".
Detto questo, non so davvero dire se fosse più nel giusto il mio "io di allora", o il mio "io attuale": posso però dire con certezza che per fare 24.000 nel primo round, come da foto, bisogna davvero (voler) diventare... bravini! :-D



Nessun commento:

Posta un commento